It

Testi

La luce accesa tutta la notte fino al mattino,
le correnti sfioravano la tendina
nelle case si dormiva, si dormiva nella città.
Il buio copriva i ponti,
Le mele mature nel fogliame nero
continuavano a crescere.

L’odore della pioggia sulla veranda notturna.
I grandi alberi sono così sprovveduti —
erano in confidenza con l’aria, entravano nell’ombra,
sfioravano la tenebra con i rami bagnati
con ciascuno degli intrecci.

La casa dormiva. Nei suoi corridoi
sostava l’amore, come la malattia nei pori,
come il suono che scappa dal palato,
come i raggi che si dirigono al fondo —
piena di vento, scintillante e autunnale,
lei se ne stava in disparte.

Scale, travi del soffitto, libri, mobili:
Tutte cose tormentate e calde,
i nomi dai quali cominciano le mattine,
lo spazio che formava le sere,
le abitudini, le dipendenze, i capricci —
ricordali e parla!

Le finestre tiravano fuori il fresco,
e come una bandiera o come la libertà,
ostinate e fedeli, in continuazione
lo custodivano, per la sorpresa generale,
qui non è venuto nessuno da tempo,
e nessuno è andato via.

Quelle luminose, quelle assetate e le impersonali,
tutte sorrette dall’amore,
tutto riguarda quella cosa principale,
tutto nasce dai dettagli,
dall’incomprensibile e vivo,
dalle testimonianze e dai misteri.

Che restino le case disubbidienti.
Non importa da quale pagina cominci —
il tempo riavvolge le vene strappate,
stringe le bende grigie.
Qui ti amavano troppo
per andare via

Che sia così com’era prima.
Lei aspetta ma non scrive,
come sempre d’autunno.
La luce si raffredda in mezzo alla stanza,
e quando lei già si deve alzare
comincia a sognare i sogni.

© Serhiy Zhadan | Traduzione di Lorenzo Pompeo

Guarda la versione multimediale

Elenco di testi | Testo successivo